“I Romani alle Forche Caudine”

Spurius Postumius consul, a quo bellum adversus Samnites gerebatur, a Pontio duce hostium in insidias inductus est. Nam simulati trasfugae ad hoc officium missi erant, qui Romani dicerent Luceriam, Apuliae urbem, a Samnitibus obsideri. Consul, ne Lucerini, boni ac fideles socii, desererentur, exercitum movit; sed, cum in angustias se insinuavissent, Quae Caudinae dicebantur, sensit repente exercitum suum ab hostibus deprehensum et clausum esse, atque bomnem spem invadendi adeptam esse. Milites, undique superiora loca a Samnitibus obsessa bomnesque angustiarum exitus obstructos cernentes, diu immobiles silent; deinde erumpunt in querelas adversus duces, quorum temeritate in eum locum adducti erant. Postero die,Romani legatos miserunt ut pacem peterent. Pax concessa est ea lege ut omnes, consules consules primi, deinde singuli milites sub iugum traducerentur. Romanis, cum a saltu evasissent, libertas morte tristior fuit:pudor fugere colloquia et coetus hominum cogebat.

Il console Spurio Postumio, dal quale era condotta la guerra contro i Sanniti, fu spinto in un agguato da Ponzio comandante dei nemici. Infatti furono inviati come falsi disertori per questo compito, che i Romani dicessero che Lucera, città della Puglia, era presidiata dai Sanniti. Il console Spurio affinchè gli abitanti di Lucera, buoni e fedeli alleati, non fossero abbandonati, spostò l’esercito; ma essendosi introdotto in dei luoghi angusti, che erano detti Forche Caudine, intuì immediatamente che il suo esercito era stato sorpreso e catturato e che ogni speranza di scampare all’assedio era morta. I soldati vedendo chiaramente che le alture facevano da ostacolo dappertutto e che tutte le vie di uscita del luogo angusto erano bloccate dai sanniti, rimasero in silenzio a lungo, poi scoppiarono in rimproveri contro i comandanti, dalla cui imprudenza furono portati in quei luoghi. Il giorno dopo, i Romani mandarono gli ambasciatori per chiedere la pace. La pace fu concessa a questo patto, che tutti, per primi i consoli, poi i singoli soldati, fossero fatti passare sotto il giogo. Uscendo dal luogo boscoso, la libertà per i Romani fu più triste della morte: la vergogna spingeva ad evitare i colloqui e le riunioni tra gli uomini.