“I doveri del fattore e della fattoressa”

Vilicus disciplinam bonam usurpabit, ferias servabit, sobrius semper erit, domini pecuniam non dissipabit, servos exercebit et cibum necessarium suppeditabit. Cibaria, oleum, vinum, frumentum non commodabit. Hariolum non consulet neque parasitum alet. Ante somnum villam claudet; bene mane e lectulo surget et magna diligentia iumentorum pabulum curabit. Bubulcos custodiet et aratra bona eliget. Vilica nimium luxuriosa non erit. Vicinas in villam non recipiet neque ambulabit extra villam, neque foris coenabit. Sacrificia non faciet cum dominus aut domina prohibebit: dominus enim pro tota familia sacrificia facit. Vilica autem munda erit; focum purum cotidie servabit et cum festa erunt, coronam in focum imponet atque deos pro familiae copia supplicabit. Servorum cibum curabit et in cella penaria diligenter cibaria servabit.

Il fattore si comporterà con onestà, osserverà le festività, sarà sempre moderato, non sperpererà il denaro del padrone, terrà occupati gli schiavi e offrirà con larghezza il cibo necessario. Non presterà le cibarie, l’olio, il vino ed il grano. Non consulterà l’indovino né darà da mangiare al fannullone. Chiuderà la villa prima di andare a dormire; si alzerà al mattino di buona voglia dal suo giaciglio e curerà con il massimo scrupolo il foraggio per il bestiame. Governerà i bifolchi e sceglierà gli aratri adatti. La fattoressa non sarà troppo lussuosa. Non accoglierà le vicine fattoresse nella villa nè camminerà fuori dalla villa nè cenerà fuori. Non farà sacrifici quando il padrone o la padrona glielo vieterà: infatti il padrone fa sacrifici per tutta la famiglia. La fattoressa poi sarà graziosa; avrà una villa pulita; conserverà il fuoco puro ogni giorno; quando ci saranno festività, metterà la corona nel fuoco e implorerà gli dei per l’abbondanza della famiglia. Si occuperà del vitto per gli schiavi e riporrà con diligenza i cibi nella dispensa.