De Finibus, IV, 25

Sed primum positum sit nosmet ipsos commendatos esse nobis primamque ex natura hanc habere appetitionem, ut conservemus nosmet ipsos Hoc convenit; sequitur illud, ut animadvertamus qui simus ipsi, ut nos, quales oportet esse, servemus Sumus igitur homines Ex animo constamus et corpore, quae sunt cuiusdam modi, nosque oportet, ut prima appetitio naturalis postulat, haec diligere constituereque ex his finem illum summi boni atque ultimi Quem, si prima vera sunt, ita constitui necesse est: earum rerum, quae sint secundum naturam, quam plurima et quam maxima adipisci.

Ma per prima cosa sia fissato il principio che noi siamo affidati a noi stessi e che abbiamo come prima inclinazione naturale la conservazione di noi stessi Su questo punto siamo daccordo; segue questaltro: noi percepiamo chi siamo, per conservarci quali si deve essere Siamo dunque uomini Risultiamo formati di anima e di corpo, che son fatti in un certo modo, e occorre che noi, come richiede la prima inclinazione naturale, li amiamo e sulla loro base stabiliamo quel famoso termine estremo del sommo ed ultimo bene Se le premesse sono vere, esso deve necessariamente essere stabilito nel seguente modo: ottenere il maggior numero possibile e le più grandi possibili di quefle cose che sono conformi a natura.