“Quanto tempo mi rimane?”

Haec ego multo ante prospiciens fugiebam ex Italia tum, cum me vestrorum edictorum fama revocavit; incitavisti vero tu me, Brute, Veliae. Quamquam enim dolebam in eam me urbem ire quam tu fugeres qui eam liberavisses, quod mihi quoque quondam acciderat periculo simili, casu tristiore, perrexi tamen Romamque perveni nulloque praesidio quatefeci Antonium contraque eius arma nefanda praesidia quae oblata sunt Caesaris consilio et auctoritate firmavi. Qui si steterit fide mihique paruerit, satis videmur habituri praesidi; sin autem impiorum consilia plus valuerint quam nostra aut imbecillitas aetatis non potuerit gravitatem rerum sustinere, spes omnis est in te. Quam ob rem advola obsecro, atque eam rem publicam, quam virtute atque animi magnitudine magis quam eventis rerum liberavisti, exitu libera. Omnis omnium concursus ad te futurus est. hortare idem per litteras Cassium. Spes libertatis nusquam nisi in vestrorum castrorum principiis est. Firmos omnino et duces habemus ab occidente et exercitus. hoc adulescentis presidium equidem adhuc firmum esse confido, sed ita multi labefactant ut ne moveatur interdum extimescam. Habes totum rei publicae statum, qui quidem tum erat, cum has litteras dabam. Velim deinceps meliora sint. Sin aliter fuerit, (quod di omen avertant!) rei publicae vicem dolebo quae immortalis esse debebat; mihi quidem quantulum reliqui est?

Io prevedendo molto tempo prima queste cose allora fuggivo dall’Italia, quando la notizia delle vostre ordinanze mi richiamò; tu in verità mi hai spronato, o Bruto, a Velia. Sebbene infatti mi rattristavo andare in quella città che tu fuggiresti giacché l’avessi liberata, poiché anche una volta mi era accaduto un simile pericolo, per un’occasione più triste, tuttavia mi incamminai e giunsi a Roma e senza alcun aiuto ho indebolito la posizione di Antonio e contro le scorte di lui nefande armi quelle che furono opposte per decisione di Cesare ed io ho rafforzato con autorità. Ed egli se fosse rimasto fermo alla parola data e mi avesse obbedito, ci sembrava sufficiente che avrebbe avuto gli aiuti; se invece avesse più tenuto conto i consigli dei malvagi anziché i nostri o non avesse potuto sostenere l’infermità dell’età la gravità delle vicende, tutta la speranza era in te. Perciò ti prego affrettati, libera con successo anche questa repubblica quella che hai liberato con coraggio e grandezza d’animo più che con avvenimenti. Completo sarebbe il concorso di tutti verso di te. La medesima cosa consigliava tramite lettere Cassio. La speranza della liberta e riposta nei capi dei vostri accampamenti. Abbiamo condottieri assolutamente saldi da occidente anche l’esercito. Confido che questo presidio di adolescente in vero fino ad ora sia stabile, ma cosi molti vacillano tanto che tema talvolta di non muoversi. Hai la stabilita dello stato, che anche allora c’era, quando affidavo questa lettera. Vorrei che in seguito ci siano cose migliori. Se sarà diversamente, (che gli dei disperdano quest’augurio!) a vicenda mi dorrò della repubblica che doveva essere eterna; quanto poco dunque mi resta?