Fabulae, I, 5 (“La legge del più forte”)

Numquam est fidelis cum potente societas:
testatur haes fabella propositum meum.
Vacca et capella et patiens ovis iniuriae
Socii fuere cum leone in saltibus.
Hi cum sepissent cervum vasti corporis,
sic est locutu partibus factis leo:
“Ego primam tollo, nomina quia leo;
secundam, quia sum socius, tribuetis mihi;
tum, quia plus valeo, me sequetur tertia;
malo adficietur, siquis quartam tetigerit”.
Sic totam praedam sola improbitas abstulit.

Non c’è mai un’alleanza sicura con un prepotente: questa favoletta dimostra la mia premessa. Una mucca e una capretta e una pecora, che tollera l’offesa, furono socie con un leone nei boschi. Avendo questi preso un cervo dalla grande corporatura, il leone parlò così, dopo che furono fatte le parti: “Io prendo la prima (parte), perché sono chiamato leone; la seconda la darete a me, perché sono il vostro socio, poi, la terza parte mi seguirà perché sono il più forte; se qualcuno toccherà la quarta parte, sarà colpito dal male”. Così la sola prepotenza portò via tutta la preda.