De Bello Gallico, VIII, 35

Magna copia frumenti comparata considunt Drappes et Lucterius non longius ab oppido X milibus, unde paulatim frumentum in oppidum supportarent. Ipsi inter se provincias partiuntur: Drappes castris praesidio cum parte copiarum restitit; Lucterius agmen iumentorum ad oppidum ducit. Dispositis ibi praesidiis hora noctis circiter decima silvestribus angustisque itineribus frumentum importare in oppidum instituit. Quorum strepitum vigiles castrorum cum sensissent, exploratoresque missi quae gererentur renuntiassent, Caninius celeriter cum cohortibus armatis ex proximis castellis in frumentarios sub ipsam lucem impetum fecit. Ei repentino malo perterriti diffugiunt ad sua praesidia; quae nostri ut viderunt, acrius contra armatos incitati neminem ex eo numero vivum capi patiuntur. Profugit inde cum paucis Lucterius nec se recipit in eastra.

Dopo essersi procurati grandi scorte di grano, Drappete e Lucterio si attestano a non più di dieci miglia dalla città, nell’intento di portare da qui, a poco a poco, il grano entro le mura. Si dividono le incombenze: Drappete con parte delle truppe rimane al campo per difenderlo, Lucterio guida verso la città le bestie da soma. Dispone dei presidi e, verso l’ora decima della notte, comincia a introdurre il grano in città per anguste strade tra i boschi. Ma i rumori della colonna in movimento erano stati uditi dalle sentinelle del nostro campo: quando gli uomini mandati in esplorazione riferiscono cosa stava accadendo, dalle ridotte più vicine Caninio esce rapidamente con le coorti già pronte e, sul fare dell’alba, attacca i nemici occupati nel trasporto del grano. I Galli, sconvolti dall’attacco improvviso, fuggono verso i loro posti di difesa; non appena i nostri videro i nemici armati, con furia ancora maggiore si lanciarono su di essi e non ne fecero prigioniero nessuno. Da qui Lucterio cerca scampo con pochi dei suoi, senza neppure rientrare al campo.