“La gloria dei figli si riflette sui padri”

Si quis in tantum processit, ut aut eloquentia per gentes notesceret aut iustitia aut bellicis rebus et patri quoque ingentem circumfunderet famam tenebrasque natalium suorum clara luce discuteret, non inaestimabile in parentes suos beneficium contulit? An quisquam Aristonem et Gryllum nisi propter Xenophontem ac Platonem nosset? Ceteros enumerare longum est, qui durant ob nullam aliam causam, quam quod illos liberorum eximia virtus tradidit posteris. Utrum maius beneficium dedi M. Agrippae pater an patri dedit Agrippa navali corona insignis, unicum adeptus inter dona militaria decus, qui tot in urbe maxima opera excitavit, quae et priorem magnificentiam vincerent et nulla postea vincerentur? Utrum Octavius maius beneficium dedit filio an patri divus Augustus? Quantam cepisset voluptatem, si illum post debellata arma civilia vidisset securae paci praesidentiem, non adgnoscens bonum suum nec satis credens, quotiens ad se respexisset, potuisse illum virum in domo sua nasci! Quid nunc ceteros prosequar, quos iam cosumpsisset oblivio, nisi illos filiorum gloria e tenebris eruisset et adhuc in luce retineret?

Se poi qualcuno ha fatto tanti progressi da diventare famoso presso tutti i popoli o per la sua eloquenza o per la sua giustizia o per le sue imprese militari, e ha arrecato grande fama anche al padre, dissipando con la luce della sua fama l’oscurità dei suoi natali, non ha fatto ai suoi genitori un beneficio incomparabile? O forse qualcuno avrebbe conosciuto Aristone e Grillo se non fosse stato per i loro figli Senofonte e Platone? Sarebbe troppo lungo enumerare tutti gli altri dei quali sopravvive il ricordo esclusivamente perchè le qualità eccezionali dei figli lo hanno tramandato ai posteri. E maggiore il beneficio fatto a M. Agrippa dal padre oppure quello che ha fatto al padre Agrippa, famoso per aver ottenuto la corona navale, la più alta fra le onorificenze militari, e per aver fatto erigere a Roma grandissimi edifici che superavano la magnificenza di quelli precedenti e che non furono mai superati nelle epoche successive? Maggiore il beneficio che Ottavio ha fatto a suo figlio o quello che ha fatto a suo padre il divo Augusto? Quale piacere avrebbe provato quel padre, se avesse visto il figlio che, dopo aver sedato le guerre civili, vegliava sulla pace ormai assicurata: non avrebbe riconosciuto che quel bene era dovuto a lui e a stento avrebbe creduto, ogni volta che avesse pensato a se stesso, che un uomo simile era potuto nascere in casa sua! E perchè dovrei proseguire l’enumerazione di coloro che sarebbero già stati travolti dall’oblio, se la gloria dei loro figli non li avesse strappati alle tenebre e non li mantenesse tuttora nella luce?