“Audacia di Scipione l’Africano”

Publio et Gnaeo Scipionibus in Hispania cum maiore parte exercitus acie Punica oppressis omnibusque provinciae eius nationibus Karthaginiensium amicitiam secutis, nullo ducum nostrorum illuc ad corrigendam rem proficisci audente, P. Scipio quartum et vicesimum agens annum iturum se pollicitus est. Qua quidem fiducia populo Romano salutis ac victoriae spem dedit. Eademque in ipsa Hispania usus est: nam cum oppidum Badiam circumsederet, tribunal suum adeuntis in aedem, quae intra moenia hostium erat, vadimonia in posterum diem facere iussit continuoque urbe potitus et tempore et loco, quo praedixerat, sella posita ius eis dixit. Nihil hac fiducia generosius, nihil praedictione verius, nihil celeritate efficacius, nihil etiam dignitate dignius.

Essendo Publio e Gneo Scipione con la maggiore parte del loro esercito uccisi in Spagna dall’esercito d’Africa, e seguitando tutte le nazioni di quella provincia alleati dei Cartaginesi, nessuno dei nostri duchi avendo ardire di andare lì per correggere la cosa, Scipione avendo 24 anni si offrì ad andarvi, per la qual fiducia di sé, diede certa speranza al popolo di Roma di salute e di vittoria. E quella medesima fiducia di sé usò in Spagna: infatti assediò un castello detto Badia, comandò che coloro che venivano per domandare ragione alla sua sede giudiziaria, che era tra i muri del castello dei nemici, avrebbero dovuto dare impegno a comparire in giudizio il giorno seguente. E immediatamente avuta la terra, al tempo e al luogo che egli aveva detto, posta la sedia, diede ragione a loro. Nessuna cosa fu più nobile di questa fiducia: nessuna cosa fu più vera di questa predizione, nessuna cosa fu più efficace che quella prontezza, nessuna ancora più degna che quella dignità.