Sulpiciae elegidia, I

Tandem venit amor, qualem texisse pudori quam nudasse alicui sit mihi fama magis. Exorata meis illum Cytherea Camenis adtulit in nostrum deposuitque sinum. Exsolvit promissa Venus: mea gaudia narret, dicetur siquis non habuisse sua. Non ego signatis quicquam mandare tabellis, ne legat id nemo quam meus ante, velim, sed peccasse iuvat, vultus conponere famae taedet: cum digno digna fuisse ferar.

Finalmente mi sono innamorata! Che si sappia come ho messo da parte la vergogna e come ho dichiarato il mio amore a qualcuno. Assillata dalle mie Muse, la dea Citerea me lo ha portato e l’ha deposto sul mio grembo. Venere ha esaudito le sue promesse: possa ora far sapere a tutti La mia gioia e condividerla con chi non ne ha. Io non voglio scrivere niente su carta affinché nessuno possa leggerlo prima del mio amato, ma non mi pento affatto di quel che ho combinato e non mi va di nascondere col volto quel che ho fatto: di me si dovrà dire solo che io, una brava ragazza, mi sono messa con un bravo ragazzo.