“Preziosi consigli di arte militare”

In omnibus proeliis et expeditionibus conditio talis est, ut, quod tibi prodest, adversario noceat, quod illum iuvat, tibi semper officiat. Numquam igitur ad illius arbitrium aliquid facere, aut dissimulare debemus, sed id solum agere, quod nobis utile iudicamus. Aut inopia aut terrore melius est hostem domare quam proelio: in quo amplius solet fortuna potestatis habee quam virtus. Occasio in bello amplius solet iuvare quam virtus. Melius est post aciem plura servare praesidia quam latinus milites exspargere. Difficile vincitur quam multitudo; amplius saepe locus prodest quam virtus. Exercitus labore proficit, otio consenescit. Quio frumentum necessariumque non praeparat, vincitur sine armis.

In tutte le guerre e spedizioni c’è una così grande preparazione dato che ciò che giova a te nuoce all’avversario; ciò che giova a quello, ti danneggia. Mai quindi dobbiamo fare o trascurare qualcosa per sua decisione, ma agire solo per quello che giudichiamo utile per noi. È meglio domare i nemici o per scarsezza o per paura che con la battaglia, nella quale di solito ha più potere la fortuna che la virtù. L’opportunità nelle guerre suole aiutare più della virtù. È meglio oltre le schiere conservare più scorte che sparpagliare i soldati. Difficilmente è sconfitto chi può giudicare sinceramente le truppe sue e degli avversari. Giova più la virtù che la moltitudine: spesso aiuta di più il luogo che la virtù. L’esercito trae vantaggio dal lavoro, con l’ozio si indebolisce. Chi non prepara il grano necessario alla spedizione, è sconfitto senza armi.

“Differenti funzioni dei suonatori nella legione romana”

Habet legio tubicines, cornicines, bucinatores, tubicen ad bellum vocat milites et rursum recepui canit. Quotiens cornicines canunt, non milites sed signiferi ad eorum nutum obtemperant. Ergo quotiens ad aliquod opus exituri sunt signa, cornicines canunt; quotiens autem pugnatur, et tubicines et cornicines periter canunt. Classicum item appellatur quod bucinatores per cornu dicunt. Classicum insigne videtur imperii, quia canitur imperatore preaesente vel cum imperatoris iussu in militem capitaliter student et rursus tubicine admonente cessant. Cuma utem signa moventur aut iam mota in terram figuntur, cornicines canunt.

La legione possiede i trobettieri, i suonatori di corno, i banditori, il trombettiere chiama alla guerra i soldati e di nuovo suona la ritirata. Ogni volta che i suonatori di corno suonano, non i soldati ma i portatori di insegne ottemperano al loro dovere. Dunque ogni volta che stanno per uscire per qualche impresa i suonatori di corno suonano; ogni volta che si combatte, sia i trombettieri che i suonatori di corno suonano ugualmente. E’ chiamato classico ciò che i banditori dicono attraverso il corno. Sembra che il classico sia insigne per l’impero, perchè è cantato alla presenza dell’imperatore o si occupano della pena capitale per ordine dell’imperatore e di nuovo cessano per ammonizione del trombettiere. A Cuma tuttavia i segnali sono mossi o sono conficcati a terra, i suonatori di corno suonano.