Valentinianus imperator ictu sanguinis exstinctus est. Nam, dum Quadorum legatos icrepat beneficiorum immemores, vehementer ira perculsus, tamquam ictus e caelo, vitali via voceque simul obstrictis, humi improviso lapsus est. Erumpente ex ore sanguine, laetali sudore perfusus, concursu ministrorum in conclave deductus est. Ibi, locatus in lecto, exiguas spiritus reliquias trahens, nondum intellegendi minuto vigore, cunctos agnoscere adstantes videbatur. Quoniam, viscerum flagrante compage, laxanda erat vena, nullus inveniri potuit medicus, quia omnes per regionem sparserat curaturos milites pestilentia tentatos. Unus tandem repertus, venas eius iterum saepiusque pungens, ne unam quidem cruoris guttam elicere potuit, quia nimis arefacta erant membra. Dicere aliqua conatus, sicuti stridor dentium et brachiorum motus et singultus, ilia pulsans, indicabant, animam efflavit.
L’imperatore Valentiniano fu ucciso da ictus. Infatti, mentre rimproverava gli ingrati ambasciatori dei Quadi, impetuosamente colpito dall’ira, come un colpo dal cielo, contemporaneamente strette le vie della voce e della vita, cadde a terra improvvisamente. Mentre il sangue sgorgava dalla bocca, bagnato di liquido mortale, fu condotto con l’efficenza dei servi nella stanza. Li, posto sul letto, trascinando con sé i deboli respiri restanti, con ancora una piccola lucidità nel capire, sembrava riconoscere tutti gli astanti. Dopo che, bruciando l’insieme delle viscere, la vena era stata allargata, nessun medico potè venire, perchè aveva sparso per tutte le regioni i soldati da curare toccati dalla peste. Infine trovato uno, avendogli chiuse le vene e pungendolo di nuovo, non potè neppure cavare una goccia di sangue perchè le membra erano troppo asciutte. Mentre tentava di dire qualcosa, come lo stridore dei denti, i moti delle braccia, i singulti e le viscere pulsanti indicavano, esalò l’anima.