“Da fabbro a imperatore”

Brevissium imperium Marii, viri robustissimi ac strenuissimi ducis, fuit. Tradunt interemptorem, dum eum mortifere vulnerat, exclamavisse: “Hic est gladius quemipse fecisti”. Marii imperatoris contio prima talis fuit: “Scio, commilitones, posse mihi obici artem pristinam. Sed dicat quisque quod vult. Ego tamen malo ferrum exercere quam luxuria corrumpi, ut alii imperatores. Vos fecistis imperatorem me qui numquam quiquam scivi tractare nisi ferrum; faciam igitur ut omnes Germani ceteraeque nationes imperio Romano finitimae, pluribus cladibus acceptis, putent populum Romanum ferratam gentem esse”.

Fu un brevissimo impero quello di Mario, uomo assai forte e strenue comandante. Si narra che l’assassino mentre lo aveva ferito a morte, abbia affermato: “Questa è la spada che lui stesso fece”. La prima arringa del comandante Mario fu la seguente: “Lo so, o compagni d’armi, di proporre l’arte antica. Ma ognuno sostenga ciò che vuole. Tuttavia io preferisco usare la spada che esser corrotto dalla lussuria, come altri comandanti. Voi mi avete eletto comandante che mai ho saputo trattare cosa alcuna se non con la spada, farò dunque in modo che tutti i Germani e le altre nazioni confinanti all’impero romano, ricevute molte sconfitte, ritengano che il popolo romano sia un popolo armato di ferro.