Cum praetor drexisse ad terram proras, quindecim ferme naves circa Myonnesum – promunturium inter insulas teum samumque est – apparerunt, quas primo ex classe sociorum esse arbitratus est. Apparuit deinde piraticos celoces et lembos esse. Maritimam oram Chiorum depopulati, cum omnis generis praeda revertentes, postquam viderunt ex alto mari classem nostram, in fugam verterunt. Celeritate naves nostras superabant et propiores terrae erant. Itaque, priusquam appropinquaremus, Myonnes perfugerunt. Hoc promuntiurum est collis in acutum cacumen a fundo satis lato fastigatus: a continenti artae semitae aditum habet, a mari exesae fluctibus rupes claudunt. Cuirca has naves nostrae appropinquare non ausae sunnt ne sub ictu piratarum superstantium rupibus essent. Sic frustra diem triverunt. Tandem sub noctem incepto abstiterunt et Teum postero die concesserunt.
Quando il pretore diresse verso terra le navi, apparvero all’incirca 15 navi presso Mionneso – è un promontorio tra le isole di Teo e di Samo – che in un primo tempo pensò appartenessero alla flotta degli alleati. Fu palese dopo che erano i brigantini e i battelli dei pirati. Devastato il litorale di Chio, ritornando con ogni genere di bottino, dopo che videro dall’alto mare la nostra flotta, scapparono. Superavano in velocità le nostre navi ed erano più vicini alla terra. Così, senza lasciarci il tempo di avvicinarsi, scapparono verso Mionneso. Questo promontorio è un colle che finisce in una punta aguzza da una base abbastanza larga: ha un accesso dalla terraferma da un sentiero stretto, delle rupi corrose dalle onde lo rendono inaccessibile dal mare. Le nostre navi non osarono avvicinarsi a queste per non essere sotto il tiro dei pirati che erano sopra sulle rupi. Così trascorsero il giorno invano. Finalmente di notte si allontanarono con proposito e il giorno dopo abbandonarono (l’isola di) Teo.