Hannibal, Carthaginiensium imperator, post longum et difficile iter ab hispania per galliam, ad Alpes cum militibus suis perveniebat. Magna nivis copia in editis montibus erat et omnes milites, iam gravibus laboribus fessi, novas difficultates novaque pericula timebant: multi etiam iter pergere recusabant. Tum Hannibal ex Alpium cacumine pulchras Italiae terras atque locupletes urbes militibus suis ostendebat et sic animos adflictos recreabat. Postridie profectionis signum dabat: fortis ducis imperio omnes obtemperabant. Sed locorum asperitate atque frigore nonnulli in itinere mortem inveniebant. Nix enim omnia tegebat et homines et elephanti cum gravibus sarcinis in altas voragines praecipitabant. Iam omnes de salute desperabant, sed Hannibalis animum nec preces nec lacrimae movebant. Tum milites omnibus viribus iter a nive purgabant et superstites denique in Italiam descendebant.
Annibale, comandante supremo dei Cartaginesi, dopo un lungo e difficile viaggio dalla Spagna attraverso la Gallia, giugeva alle Alpi con i sui soldati. C’era grande quantità di neve nei monti elevati e tutti i soldati, già stanchi per le grandi fatiche temevano nuove difficoltà e nuovi pericoli: molti anche rifiutavano di proseguire il cammino. Allora Annibale mostrava dalla cima delle Alpi le belle terre dell’Italia e le ricche città ai suoi soldati così rianimava gli animi afflitti. Il giorno dopo dava il segnale della partenza: tutti obbedivano al comando del forte comandante. Ma per il cattivo stato dei luoghi ed il freddo, nel viaggio molti trovavano la morte. La neve infatti nascondeva ogni cosa e gli uomini e gli elefanti con bagagli pesanti precipitavano in profonde voragini. Ormai tutti non avevano speranza nella salvezza, ma né le suppliche né le lacrime commuovevano l’animo di Annibale. Allora tutti i soldati ripulivano il tragitto dalla neve e i superstiti infine scendevano in Italia.