Caesar eadem celeritate, qua solebat, usus, saepe conatus est ad pugnam Pompeium provocare, qui autem ne minima quidem audebat. Cum exercitu profectus, expugnato in itinere oppido Parthinorum, tertio die ad Pompeium pervenit iuxtaque eum castra posuit et postridie, omnibus eductis copiis, acie instructa, Pompeio potestatem decernendi fecit. Ubi illum suis locis se tenere animadvertit, reducto in castra exercitu, aliud consilium cepit ut cum Pompeio decerneret. Itaque postero die cum omnibus copiis Dyrrachium profectus est. Pompeius, Caesaris consilium ignorans, putabat eum discessisse rei frumentariae inopia compulsum; postea certior per exploratores factus, castra movit, breviore itinere se ei occurrere posse sperans. Quod fore suspicatus, Caesar, parva parte noctis itinere intermisso, mane Dyrrachium pervenit, dum primum agmen Pompei procul cernitur.
Cesare si servì della stessa velocità che gli era solita e spesso cercò di provocare allo scontro Pompeo, che tuttavia non si arrischiava minimamente. Partito con l’esercito, espugnata nell’itinerario la città dei Parti, nel terzo giorno giunse da Pompeo e pose accanto a quello l’accampamento e il giorno dopo, condotte fuori tutte le truppe, preparata la schiera, rese a Pompeo il potere di combattere. Quando capì che quello si tratteneva nei suoi luoghi, riportato l’esercito nell’accampamento, presa un’altra decisione affinchè si scontrasse con Pompeo. E così l’ultimo giorno partì per Durazzo con tutte le truppe. Pompeo, ignorando il piano di Cesare, riteneva che quello si allontanasse spinto dalla mancanza di viveri, dopo reso più certo dagli esploratori, mosse l’accampamento, sperando di poter imbattersi con quello nel breve itinerario, di mattina giunse a Durazzo, mentre da lontano si vedeva la schiera di Pompeo.