Dion, 10

Confecta caede cum multitudo visendi gratia introisset nonnulli ab insciis pro noxiis conciduntur. Nam celeri rumore dilato Dioni vim allatam multi concurrerant quibus tale facinus displicebat. Hi falsa suspicione ducti immerentes ut sceleratos occidunt. Huius de morte ut palam factum est mirabiliter vulgi mutata est voluntas. Nam qui vivum eum tyrannum vocitarant eidem liberatorem patriae tyrannique expulsorem praedicabant. Sic subito misericordia odio successerat ut eum suo sanguine ab Acherunte si possent cuperent redimere. Itaque in urbe celeberrimo loco elatus publice sepulcri monumento donatus est. Diem obiit circiter annos LV natus quartum post annum quam ex Peloponneso in Siciliam redierat.

Compiuta l’uccisione, la folla entrò per vedere ed alcuni vennero uccisi, da chi era all’oscuro della congiura, come colpevoli. Infatti, sparsasi rapidamente la notizia che era stato fatto un attentato a Dione, erano accorsi molti ai quali tale delitto dispiaceva, e questi, spinti da falsi sospetti, uccidono degli innocenti come autori del misfatto. Quando fu resa pubblica la sua morte, mirabilmente cambiò all’improvviso l’atteggiamento del volgo: quegli stessi che vivo l’avevano chiamato tiranno, ora lo celebravano come colui che aveva liberato la patria e cacciato il tiranno. Così repentinamente all’odio subentrò la compassione che, se avessero potuto, lo avrebbero riscattato col loro sangue dall’Acheronte. E così, gli fu celebrato un funerale a spese dello Stato ed ebbe un monumento nel punto più frequentato della Città. Morì a circa cinquantacinque anni di età, tre anni dopo che dal Peloponneso.