“L’India”

Alexander, ne otium aleret, in Indiam movit, semper bello quam post victoriam clarior. India tota ferme spectat orientem. Ex amnibus, indus gelidior est quam ceteri; aquas vehit a colore maris haud multum abhorrentes. Ganges a meridiana regione decurrit, et magnorum montium iuga recto alveo stringit. Uterque Rubro mari accipitur. Indus, ubi mollius solum reperit, stagnat insulasque format. Alia flumina, quia per ultimas Indiae terras currunt, minus clara sunt; ceterum nn solum crocodilos, ut Nilus, sed etiam delphinos ingnotasque beluas alunt. In illa plaga mundus temporum vices mutat: sic, cum alia fervore solis exaestuant, Indiam nives obruunt, rursusque, ubi cetera rigent, in India intolerandus aestus existit.

Alessandro, per non alimentare l’ozio, si mosse verso l’India, sempre più famoso per la guerra che dopo la vittoria. Quasi tutta l’India è rivolta a oriente. Tra i fiumi l’Indo è più gelido di tutti gli altri; trasporta le acque non molto dissimili dal colore del mare. Il Gange scorre dalla regione meridionale e taglia le cime di grandi montagne con un alveo diritto. Ciascuno dei due (fiumi) è ricevuto dal mar Rosso. L’Indo, dove trova un suolo più molle, ristagna e forma isole. Altri fiumi, poiché scorrono attraverso le estreme terre dell’India, sono meno famosi; del resto nutrono non solo coccodrilli, come il Nilo, ma anche delfini e bestie sconosciute. In quella zona il cielo muta l’alternarsi delle stagioni: così quando le altre terre sono roventi per il calore del sole, le nevi ricoprono l’India e al contrario, dove le altre regioni sono gelate, in India c’è un caldo insopportabile.