“L’apologo di Menenio Agrippa”

Propter vectigalium militiaeque impatientiam, plebs patribus obstiterat et in Aventinum montem secesserat. A patribus igitur Melenius Agrippa, qui in populi gratia erat, missus est ut concordiam inter patres plebemque restitueret. Is ad populum venit fabulamque de ventre et membris narravit. “Olim -inquit- humani artus, quia ventrem otiosum putabant, ab eo discordaverunt coniuraveruntque ne manus cibum ad os admoverent neu os acciperet neu dentes conficerent. Artus ipsi relanguescere inceperunt. Venter enim piger non est, sed cibum accipit ut per omnia corporis membra distribuat. Sic patres populusque, quasi unum corpus, cocordia confirmantur, discordia pereunt”. Propter Melenii fabulam, populus in urbem revenit; tribunos plebis tamen creavit ut libertatem suam adversus nobilitatis superbiam defenderet.

A causa dell’impazienza delle milizie e dei tributari, la plebe si era opposto ai senatori e si erano ritirati sull’Aventino. Tra i senatori dunque fu mandato Melenio Agrippa, che era nella grazia del popolo, affinchè restituisse la concordia tra i senatori e la plebe. Quello giunse dal popolo e raccontò una favola sul ventre e sulle membra. Disse “Una volta le membra umane, poichè consideravano il ventre ozioso, litigarono con quello e si misero d’accordo affinchè le mani non portassero alla bocca il cibo e la bocca non lo prendesse e i denti non lo afferrassero. Ma gli stessi arti iniziarono a indebolirsi. Infatti il ventre non è pigro ma prende il cibo per poi distribuirlo a tutte le membra. Così il senato e il popolo, come in un solo corpo, sono rafforzati nella concordia e periscono nella discordia”. A causa della favola di Melenio, il popolo ritornò in città, tuttavia nominò i tribuni della plebe per difendere la loro libertà contro la superbia della nobiltà.

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