12 – A sermone Graeco puerum incipere malo, quia Latinum, qui pluribus in usu est, uel nobis nolentibus perbibet, simul quia disciplinis quoque Graecis prius instituendus est, unde et nostrae fluxerunt.
13 – Non tamen hoc adeo superstitiose fieri uelim, ut diu tantum Graece loquatur aut discat, sicut plerisque moris est. Hoc enim accidunt et oris plurima uitia in peregrinum sonum corrupti et sermonis, cui cum Graecae figurae adsidua consuetudine haeserunt, in diuersa quoque loquendi ratione pertinacissime durant.
14 – Non longe itaque Latina subsequi debent et cito pariter ire. Ita fiet ut, cum aequali cura linguam utramque tueri coeperimus, neutra alteri officiat.
12 – Ritengo preferibile che il fanciullo cominci dalla lingua greca, dato che il Latino – che è la nostra lingua-madre – volenti o nolenti lo assimilerà (comunque), e poi perché bisogna insegnare per prime le discipline greche, dalle quali son derivate anche le nostre.
13 – Ciononostante, non vorrei che ciò avvenisse in modo così scontato tal che parli e impari soltanto il greco, secondo (l’odierna) moda diffusa.
Così, infatti, si verificano altresì numerosi difetti di pronuncia – deviata verso l’inflessione straniera – e di linguaggio: tal che una volta ch’essi si siano fissati in virtù d’una assidua frequentazione del modo di parlare greco, perdurano in modo molto pertinace anche qualora si assuma una diversa parlata.
14 – E dunque, (lo studio del) Latino deve seguire a ruota (quello del greco), e ben presto (essi devono) procedere insieme, di modo che, avendo iniziato a coltivare con egual cura entrambe le lingue, nessuna delle due farà d’ostacolo all’altra.