De agricoltura, II, 10 (“Pastori in montagna”)

In fundis non modo pueri sed etiam puellae pecudes pascunt. In saltibus contra videre licet iuventutem, et eam plerumque armatam. Hi pastores ita legendi sunt ut sint firmi ac veloces, mobiles, expeditis membris, qui pecus non solum sequi possint, sed etiam a bestiis ac praedonibus defendere, atque montium arduitatem ferre possint, onera extollere in iumenta, excurrere, iaculari. […] Non omnis natio apta est ad rem pecuariam: Galli aptissimi sunt. […] Omnes pastores esse oportet sub uno magistro pecoris et hunc maiorem natu et peritiorem quam alios esse, quod iis, qui aetate et scientia praestant, li bentius reliqui parent. Magistrum providere oportet omnia instrumenta quae pecori et pastoribus necessaria sunt, maxime ad victum hominum et ad medicinam pecudum. Quae ad hominum pecorisque valetudinem pertinent magister scripta habere debet, ut sine medico curari possint: ergo sine litteris idoneus non est. Pastoribus mulieres adiungere, quae eis cibaria expediant eosque adsiduiores faciant utile esse multi domini putant; sed eas mulieres oportet esse f?rmas, quae in opere non cedant viris.

Nei fondi, non solo i fanciulli, ma anche le fanciulle fanno pascolare le greggi. Sui monti selvosi, invece, è possibile scorgere giovani, per altro per lo più armati. La cernita dei pastori dev’essere fatta in base a criteri di robustezza, velocità, dinamismo, agilità, affinchè essi non solo siano in grado di star dietro al gregge, ma anche di difender(lo) da fiere selvatiche e predatori, e di sopportare l’asperità dell’ambiente montano, nonchè di caricare i giumenti, correre, lanciare il giavellotto. Non tutti i popoli sono adatti alla pastorizia: di certo lo sono i Galli. E’ opportuno che tutti i pastori siano alle dipendenze di un pastore capo, che quest’ultimo sia più grande d’età e più esperto rispetto agli altri, dato che a coloro che hanno più anni ed esperienza, gli altri obbediscono più volentieri. E’ compito del pastore capo provvedere a tutto l’equipaggiamento necessario al gregge ed ai pastori, con particolare attenzione al cibo per gli uomini e la medicazione per gli animali. Il pastore capo deve tenere per iscritto le disposizioni mediche attinenti agli uomini e al gregge, affinchè essi possano esser curati senza medico: ne consegue che un analfabeta non è idoneo. Molti proprietari di fondo ritengono che sia utile associare ai pastori delle donne, che preparino loro da mangiare e li rendano più assidui. Conviene, comunque, che queste donne siano robuste, tali che non siano da meno agli uomini nel lavoro.