“Cesare e gli Elvezi”

Caesar copias in proximum collem subduxit, equitatum contra hostes misit, exercitum in colle instruxit. Helvetii, ut viderunt, impetum in equitatum fecerunt et ad castra nostra appropinquaverunt. Milites Romani ex colle pila mittebant, ut hostium phalangem perfringèrent; postea, cum hostes proximus viderunt, gladios destrinxerunt et impetum fecerunt. Diu atque acrìter Helvetii per magnam noctis partem pugnaverunt, sed nostrum impetum sustinere non potuerunt, ita ut Romani impedimenta et castra barbarorum occupaverint. Helvetiorum superstites qui fugerunt per montium saltus, in fines Lingonum pervenerunt ut Gallorum auxilium peterent. Romani propter vulnera militum et propter sepolturam occisorum fugam hostium impedire non potuerunt.

Cesare spostò le truppe sul vicino colle, mandò la cavalleria contro i nemici, schierò l’esercito sul colle. Gli Elvezi, quando videro, fecero impeto contro la cavalleria e si avvicinarono al nostro accampamento. I soldati Romani lanciavano giavellotti dal colle per infrangere la falange dei nemici; poi, quando videro i nemici vicini, sguainarono le spade e attaccarono. Gli Elvezi combatterono duramente e a lungo per gran parte della notte, ma non riuscirono a sostenere il nostro impeto, cosicché i Romani si impadronirono delle salmerie e dell’accampamento dei barbari. I superstiti degli Elvezi che fuggirono attraverso i valichi dei monti, giunsero nei territori dei Lingoni per chiedere l’aiuto dei Galli. I Romani per le ferite dei soldati e la sepoltura degli uccisi, non poterono impedire la fuga dei nemici.

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