Agricola quidam, stultissimus vir, cum in agello suo parvum thesaurum invenisset, ad mercatum properavit et robustissimus equum emit. Inter accolas nemo equum validiorem habebat. At agricola, cum in agris proximis vaccam vidisset, sic cogitavit: “Vacca multo utilior quam equus est: mihi certe copiosissimum lac et plurimos vitulos praebit”. Itaque mutationem animalium fecit et maximo cum gaudio vaccam in stabulum duxit. Postridie autem agricola pulcherrimum asellum aspexit: in eius fronte macula candidior nive fulgebat et simillima lunae falci; statimque vaccam asello mutavit. Cum postea in ovem pinguissimam incidisset, exclamavit: “Numquam vellus spissius molliusque vidi: profecto asinus meus deterior ove tam pingui nitidaque est! Asinum igitur ove permutabo”. Mutatio facillima fuit et etiam facilior ovis mutatio pro cane et canis pro ansere et anseris pro gallina. Nocte autem vulpes, cum in gallinarium penetravisset, gallinam voravit.
Un contadino, un uomo molto sciocco, avendo trovato nel suo agnello un piccolo tesoro, andò di corsa al mercato e comprò un cavallo molto robusto. Nessuno fra gli abitanti aveva un cavallo più vigoroso. Ma il contadino, avendo visto nei campi vicini una vacca, penso così: “La vacca è molto più utile del cavallo: mi fornirà sicuramente di latte in abbondanza e di parecchi vitellini”. Perciò fece cambio di animale e con grande gioia condusse la vacca alla stalla. Ma dopo alcuni giorni vide un bellissimo asino: nella sua fronte si distingueva una macchia più candida della neve e molto simile alla falce della luna; e subito scambiò la vacca con l’asino. In seguito essendosi imbattuto in una pecora molto grassa, disse: “Mai ho visto un vello più spesso e morbido: senza dubbio il mio asino è peggiore di una pecora così grassa e bianca! Quindi cambierò l’asino con la pecora”. Ancor più facile fu lo scambio della pecora con un cane, e del cane con un’oca, e dell’oca con una gallina. Ma di notte una volpe, essendo entrata nel pollaio, divorò la gallina.