75 – Huc est mens deducta tua mea, Lesbia, culpa atque ita se officio perdidit ipsa suo, ut iam nec bene velle queat tibi, si optima fias, nec desistere amare, omnia si facias.
76 – Siqua recordanti benefacta priora voluptas est homini, cum se cogitat esse pium, nec sanctam violasse fidem, nec foedere nullo divum ad fallendos numine abusum homines, multa parata manent in longa aetate, Catulle, ex hoc ingrato gaudia amore tibi. nam quaecumque homines bene cuiquam aut dicere possunt aut facere, haec a te dictaque factaque sunt. omnia quae ingratae perierunt credita menti. quare iam te cur amplius excrucies? quin tu animo offirmas atque istinc teque reducis, et dis invitis desinis esse miser? difficile est longum subito deponere amorem, difficile est, verum hoc qua lubet efficias: una salus haec est. hoc est tibi pervincendum, hoc facias, sive id non pote sive pote. o di, si vestrum est misereri, aut si quibus umquam extremam iam ipsa in morte tulistis opem, me miserum aspicite et, si vitam puriter egi, eripite hanc pestem perniciemque mihi, quae mihi subrepens imos ut torpor in artus expulit ex omni pectore laetitias. non iam illud quaero, contra me ut diligat illa, aut, quod non potis est, esse pudica velit: ipse valere opto et taetrum hunc deponere morbum. o di, reddite mi hoc pro pietate mea.
75 – A tal punto il mio cuore fu ridotto, Lesbia, per colpa tua d essa proprio nel suo dovere s’è distrutta, che ormai non potrebbe né volerti bene, se diventassi ottima, né smettere di amare, se facessi di tutto.
76 – Se qualche piacere c’è per un uomo che ricorda i precedenti benefici, quando pensa di esser pio, né d’aver violato la sacra fede, ne per alcun patto d’aver abusato della potenza degli dei per ingannare gente, molte gioie ti restano pronte per lungo tempo Catullo, da questo ingrato amore. Qualunque cosa gli uomini possano dire o fare bene per qualcuno, questa è stata detta e fatta da te. Tutto quanto fu affidato a spirito ingrato, è perduto. Perciò perché ancora ti torturerai di più? Perché non ti fortifichi e ti distacchi di là, e non smetti di essere misero, con gli dei contrari? E’ difficile deporre improvvisamenteun lungo amore, è difficile, ma questo, come sia possibile, fallo: questa è l’unica salvezza. Questo devi stravincerlo, fallo, o sia impossibile o possibile. O dei, se è vostro compito aver pietà, o se mai offriste estremo aiuto a qualcuno nella morte stessa, me misero guardate e, se ho condotto una vita pura, toglietemi questa disgrazia e rovina, che insinuandosi in me come torpore nel fondo delle membra cacciò da tutto il cuore le gioie. Non chiedo già che lei invece mi ami, o, perché non è possibile, che voglia esser pudica: desidero star bene e deporre questa tetra malattia. O dei, concedetemelo per la mia fede.