De Officiis, I, 90-91 (“Bisogna conservare la moderazione in ogni circostanza della vita”)

In rebus prosperis superbia magnopere arrogantiaque nobis fugiendae sunt. Nam ut in rebus adversis immoderate queri, sic in rebus secundis nimium laetari levitatis atque stultitiae indiciun est: in omnibus vitae rebus modus, servandus est. Igìtur recte dicunt qui nos monent ut quanto superiores simus, tanto submissius nos geramus. Panaetius, clarus philosophus, narrat Scipionem Africanum solitum esse dicere: “Ut equi indomiti domitoribus tradendi sunt, ut iis sine periculo uti possìmus sic homines secundis rebus ecfrenati sibique praefidentes monendi sunt, ut de rerum humanarum imbecillitate varietateque fòrtunae cogitent”. Etiam in secundissimis rebus maxime utendum est consilio amicorum adsenatores autem omninno fugiendi sunt neque a nobis eorum verbìs, quae saepe nos decipiunt, aures praebendae sunt.

Nelle circostanze fortunate, dobbiamo evitare, in sommo grado la superbia e l’arroganza. Come nell’avversa fortuna il sopportare senza regola, così quando la fortuna ci sorride è indizio di gran leggerezza e di stoltezza il rallegrarsi oltre misura: in ogni circostanza della vita dobbiamo conservare la moderazione; tal che sono nel giusto coloro i quali ci consigliano di comportarci tanto più umilmente quanto più siamo posti in alto. Panezio, filosofo famoso, racconta che Scipione l’Africano soleva dire: “Come i puledri recalcitranti devono essere addomesticati dai domatori, tal che possiamo servircene senza pericolo alcuno, così gli uomini – imbaldanziti ed estremamente fiduciosi delle proprie possibilità nelle circostanze fortunate – devono essere ragguagliati circa l’instabilità delle cose umane e la mutabilità della fortuna. Anzi, quanto più ci arride la fortuna, tanto più bisogna servirsi del consiglio degli amici, al contrario bisogna evitare gli adulatori e non dobbiamo prestare ascolto alle parole di coloro i quali intendono ingannarci.