“Un furto sacrilego di Verre nel santuario di Cecere”

Sacrarium Cereris est apud Catinenses; in eo sacrario intimo signum fuit Cereris perantiquum, quod a viris non solum ingnorabatur cuiusmodi esset, sed putabatur ne esse quidem. Aditus enim in id sacrarium non est viris: sacra per mulieres et virgines confici solent. Verres iusserat hoc signum clam a quibusdam servis tolli ex illo religiosissimo atque antiquissimo loco. Potridie Cereri sacerdotes rem ad magistratus detulerant. Tum Verre, permotus illius negotii atrocitate, veritus ne sua culpa patefieret, effecit ut aliquis reperiretur, qui tanti sceleris argui posset. Ad eum delatum est nomen servi cuiusdam; ficti testes contra illum dati sunt. Senatus rem iudicavit. Cereris sacerdotes interrogatae sunt: illae responderunt servos Verri in eo loco visos esse. Itum est in consilium: servus ille innocens omnibus sententiis absolutes est.

Presso i Catanesi vi è il santuario di Cerere, in tale santuario vi fu una statua assai antica di Cerere, che dagli uomini era ignorata non solo di che genere fosse ma si considerava anche che non vi fosse nulla. Non vi è per gli uomini ingresso in tale santuario: le cose sacre erano solite essere compiute per mezzo di donne e vergini. Verre aveva ordinato che questa statua fosse tolto da alcuni servi di nascosto da quel religiosissimo e antichissimo luogo. Il giorno dopo i sacerdoti di Cerere avevano riportato la cosa ai magistrati. Allora Verre, mosso dall’atrocità di tale affare, per far sì che la sua colpa non fosse svelata, fece in modo che fosse trovato qualcuno che potesse essere incolpato di tale delitto. Fu riportato a questo il nome di un servo, sicuri testimoni vennero portati contro quello. Il senato lo giudicò colpevole. Le sacerdotesse di Cerere vennero interrogate: quelle risposero che i servi di Verre erano stati visti in quel luogo: si andò quindi in consiglio: quel servo innocente venne assolto da tutte le accuse.