Successit huic Nero, Caligulae, avunculo suo, simillimus, qui Romanum imperium et deformavit et diminuit, inusitatae luxuriae sumptuumque, ut qui exemplo C. Caligulae in calidis et frigidis lavaret unguentis, retibus aureis piscaretur, quae blattinis funibus extrahebat. Infinitam senatus partem interfecit, bonis omnibus hostis fuit. Ad postremum se tanto dedecore prostituit, ut et saltaret et cantaret in scaena citharoedico habitu vel tragico. Parricidia multa commisit, fratre, uxore, sorore, matre interfectis. Urbem Romam incendit, ut spectaculi eius imaginem cerneret, quali olim Troia capta arserat. In re militari nihil omnino ausus Britanniam paene amisit. Nam duo sub eo nobilissima oppida capta illic atque eversa sunt. Armeniam Parthi sustulerunt legionesque Romanas sub iugum miserunt. Duae tamen sub eo provinciae factae sunt, Pontus Polemoniacus concedente rege Polemone et Alpes Cottiae Cottio rege defuncto.
Succedette a lui Nerone, molto simile a suo zio Caligola, il quale e indebolì e sminuì l’impero Romano, d’inaudita lussuria e prodigalità, come quello che sull’esempio di C. Caligola si lavava con profumi caldi e freddi, pescava con reti d’oro, che estraeva con funi di porpora. Mise a morte gran parte del senato, fu nemico di tutti i buoni. Infine si prostituì con tanta vergogna, che e danzava e cantava sulla scena vestito da citarista o da attore tragico. Commise molti parricidii, uccidendo il fratello, la moglie, la sorella, la madre. Incendiò la città di Roma per contemplare l’immagine di quello spettacolo con cui una volta era arsa Troia presa. Non osando nulla del tutto in imprese militari, per poco non perdette la Britannia. Chè ivi sotto di lui le due città più celebri furono prese e abbattute. I Parti gli tolsero l’Armenia e mandarono ld ldgioni Romane sotto il giogo. Sotto di lui però furono create due provincie, il Ponto Polemoniaco per concessione del re Polemone e le Alpi Cozie per la morte del re Cozio.