“Una contrastata storia d’amore a lieto fine (2a parte)”

Postquam hic me domum ad se deduxit, video amicam mei eri. Sed ea cum me aspexit, oculis mihi signum dedit, ne se appellarem. Deinde, cum occasio est, mulier fortunam suam mecum deplorat; dicit se athenas fugere cupere ex hac domu, sese amare illum, qui athenis meus erus fuerat, neque peius quemquam odisse quam istum militem. Ego, quoniam mulieris sententiam cognovi, epistulam scripsi, consignavi et clam dedi mercatori ut eam deferret ad erum, ut is huc veniret. Is non sprevit nuntium; nam et venit et hic est apud suum paternum hospitem, lepidum senem. Ille nos opera consolioque iuvat. Itaque ego paravi hic intus magnas machinas, ut amantes convenirent.

Dopo che mi condusse da lui, vedo che c’è una mia amica. Ma quella quando mi vide, mi fece segno con gli occhi, affinchè non la chiamassi. Infine, quando vi è l’occasione, la donna si lamenta con me della sua sorte, dice che lei desidera fuggire ad Atene da questa casa, che lei ama quello, che era stato il mio padrone ad Atene, nè che lo odia in maniera peggiore di quando odia questo soldato. Io, poichè ho capito la sentenza della donna, ho scritto una lettera, l’ho consegnata e data di nascosto ad un commerciante affinchè la portasse al padrone in modo che quello venisse qui. Egli non rfiuta il nunzio, infatti sia venne sia si trova qui presso il suo ospite paterno, un simpatico vecchietto. Quello ci aiuta con la sua opera e consiglio. E così io ho preparato grandi macchinazioni, per fare unire gli amanti.