Coniuraverunt contra rem publicam mali et corrupti cives,qui ducem habebant Catilinam. Is, cupiditate imperii incensus. In suam amicitiam familiaritatemque traxerat eos qui, in desperationem adducti, res novas optabant, aut eos qui,aere alieno oppressi, res familiares effuderant, praeterea imnes homines perditos, facinorosos, infames, audaces. Inter coniuratos erant senatores et equites, inm primis P. Lentulus Sura, qui post consulatum ob mores corruptos a senatu amotus erat, multi Sillani milites, qui, olim apud Faesulas in colonias deducti, divitias consumpserant et spe novarum rapinarum adducti bellum optabant. Catilina, omnibus rebus instructis et insidiis consulibus paratis, animos eorum omnium incitavit: “Iam rem publicam occaputuri sumus: cum bonos et divites cives trucidaveimus, mihi dominatio,vobis magistratus, provinciae, dignitates erunt.
Cittadini malvagi e corrotti, che avevano per capo Catilina, congiurarono contro la repubblica. Questo, era acceso dal desiderio di comando. Aveva spinto nella sua amicizia e familiarietà tutti quelli che spinti dalla disperazione, desideravano nuove cose e quelli che, oppressi dai debiti, avevano dilapidato i beni di famiglia, inoltre tutti gli uomini perduti, facinorosi, infami e audaci. Tra i congiurati c’erano senatori e cavalieri, in primis Lentulo Sira, che dopo il consolato per i costumi corrotti fu allontanato dal senato, molti soldati sillani, che, una volta condotti nelle colonie presso Fiesole, avevano consumato le (loro) ricchezze e spinti dalla speranza di nuove rapine desideravano la guerra. Catilina preparate tutte le cose e le insidie ai consoli, incitò gli animi di quei cittadini: già stiamo per occupare lo stato, quando uccideremo i cittadini buoni e ricchi, a me sarà il dominio a voi le magistrature, le province e gli onori.