“Patrizi e plebei nell’antica repubblica”

In duas partes ego civitatem nostram divisam esse scio, ut maiores nostri tradiderunt, in patres et plebem. Antea in patribus summa auctoritas erat, vis multo maxima in plebe, itaque saepius in civitate secessio fuit semperque nobilitatis opes deminutae sunt et ius populi amplificatum est. Sed plebs libere agitabat, quia nullius potentia super leges erat, neque divitiis aut superbia sed bona fama factisque fortibus nobilis ignobilem superabat, cives humillimi omnium, in agris aut in militia, nullius honestae rei egebant.

So che la nostra città, come tramandarono i nostri antenati, è divisa in due parti: in patriziato e plebe. In passato nei patrizi c’era grandissima autorità, una forza molto più grande nella plebe. Perciò molto spesso in città ci fu una secessione e sempre le ricchezze della nobiltà furono ridotte e il diritto del popolo amplificato. Ma la plebe agiva liberamente, poiché il potere di nessuno era al di sopra delle leggi, e il nobile non superava l’umile per ricchezza o superbia, ma per buona fama e imprese meritorie, i cittadini più umili di tutti, nei campi o nell’esercito, non mancavano di un’esistenza onesta.