“Alcibiade, esiliato, è richiamato in patria”

Bello Peloponnesio Alcibiadis Consilio atque auctoritate Athenienses bellum Syracusanis indixerunt. Ad quod gerendum ipse dux delectus est. Cum dies ad bellum proficiscendi instabat, inimici eius illud tempus expectandum (esse) decreverunt ad ei nocendum, quo classe egressus esset, ut absentem aggrederentur; itaque fecerunt. Nam postquam eum in Siciliam pervenisse
crediderunt, absentem, quod sacra violasset, reum fecerunt. Qua de re cum ei nuntius a magistratu in Siciliam missus esset, ut domum ad causam dicendam veniret, quamvis esset in magna spe provinciae bene administrandae, magistratui paruit et in triremem, quae ad eum erat deportandum missa, ascendit.

Durante la guerra del Peloponneso gli Ateniesi, seguendo il parere di Alcibiade, dichiararono guerra ai Siracusani; ed a condurla fu scelto come comandante lui stesso; quando incalzava il giorno per partire alla guerra, i suoi nemici decisero di aspettare il momento giusto per ucciderlo, nel momento in cui uscisse con la flotta, per attaccarlo durante la sua assenza, e così fecero. Infatti, quando ritennero che fosse giunto in Sicilia, lo accusarono assente di aver profanato i misteri. Per questo gli fu spedito in Sicilia un messo dal magistrato, con l’ordine di ritornare per difendersi in tribunale ed egli, benché nutriva molte speranze di poter adempiere bene alla sua missione, non volle disubbidire e si imbarcò su una trireme mandata apposta per riportarlo.