“Beneficiare malgrado gli ingrati”

Is perdit beneficia, qui cito se perdidisse credit. At qui instat, et onerat priora sequentibus, etiam ex duro et immemori pectore gratiam extundit. Non audebit adversus multa oculos attollere; quocumque se convertit, memoriam suam fugiens, ibi te videat: beneficiis tuis illum cinge. Quorum quae vis, quaeue proprietas sit, dicam, si prius illa, quae ad rem non pertinent, transilire mihi permiseris, quare tres Gratiae, et quare sorores sint, et quare manibus implexis, quare ridentes, iuvenes, et virgines, solutaque ac pellucida veste. Alii quidem videri volunt unam esse, quae det beneficium: alteram, quae accipiat: tertiam, quae reddat. Alii tria beneficiorum genera, promerentium, reddentium, simul et accipientium reddentiumque. Sed utrumlibet ex istis iudicaverim, quid ista nos iuvat scientia? Quid ille consertis manibus in se redeuntium chorus? Ob hoc, quia ordo beneficii per manus transeuntis nihilominus ad dantem revertitur, et totius speciem perdit, si usquam interruptus est: pulcherrimus, si cohaesit, et vices servat. Ideo ridentes: est aliqua tamen maioris dignatio, sicut promerentium. Vultus hilares sunt, quales solent esse qui dant, vel accipiunt beneficia. Iuvenes: quia non debet beneficiorum memoria senescere. Virgines: quia incorrupta sunt, et sincera, et omnibus sancta, in quibus nihil esse alligati debet, nec adscripti; solutis itaque tunicis utuntur: pellucidis autem, quia beneficia conspici volunt.

Questo non riceverà i benifici che si aspetta, colui che crede di averli persi troppo presto. Ma colui che insiste, e accumula benefici nuovi ai primi, riuscirà a ricevere gratitudine anche dal petto più duro e immemore. L’ingrato non oserà sollevare gli occhi contro molti, ovunque scappi, fuggendo dalla sua memoria, lì possa vederti: cerchialo con i tuoi benefici. Dirò quale sia la forza o la proprietà di questi (i benefici), se tu prima mi avrai permesso di trattare di quelle cose che non riguardano ciò di cui stiamo parlando, perchè le Grazie siano tre, e perchè siano sorelle, e perchè se ne stiano con le mani intrecciate, perchè siano sorridenti, giovani, e vergini, e la veste sia slegata e trasparente. Alcuni vogliono che sembri che la prima sia quella che da il beneficio, la seconda, quella che lo riceve, la terza quella che lo restituisce. Altri (vogliono che sembri) che ci (siano) tre generi di benefici, quelli di coloro che se lo sono meritati (lett: dei meritevoli), quelli di coloro che ricambiano (dei “ricambiatori”), quelli di quelli che contemporaneamente li ricevono e ricambiano (insieme dei riceventi e dei ricambiatori). Dunque giudica quale di questi sia vero: a che cosa ci giova questa conoscenza? Che senso ha quel coro che danza tenendosi per mano? Per questo, perchè la natura del beneficio passando di mano in mano non ritorna a colui che l’ha dato in minor valore, e perde la natura di intero, se mai viene interrotto: rimane bellissimo, se continua e garantisce la scambievolezza. In esso vi è tuttavia una posizione di primo piano come di coloro che fanno il beneficio. I volti sono felici, come sono soliti essere coloro che danno, o ricevono benefici. Giovani perchè non deve invecchiare il ricordo dei benefici, vergini perchè i benefici sono incorrotti e puri e sacri per tutti; e in questi non è bene che vi sia nulla che crei vincoli ne che li stringa: tuttavia usano tuniche sciolte, trasparenti, perchè i benefici vogliono essere visti.

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